I Mitchell contro le macchine // Genitori e figli: nemici o alleati?

da | Mar 9, 2022 | Film

I Mitchell contro le macchine, pellicola d’animazione scritta e diretta dall’esordiente Mike Rianda e prodotta da Sony Pictures Animation, presenta una trama piuttosto semplice e apparentemente banale. Già solo dal titolo è evidente che nel film la tecnologia ricopra un ruolo non indifferente. In particolare viene riproposto uno scenario già trito e ritrito in ambito letterario e, ovviamente, cinematografico: la ribellione delle macchine.

2001: Odissea nello spazioIo, RobotBlade Runner… tutte pellicole che hanno reso in qualche modo iconica l’idea della tecnologia che si ribella all’umanità, quindi in cosa esattamente I Mitchell contro le macchine può considerarsi un prodotto innovativo e godibile oggi?

Per comprenderlo è bene partire dal primo punto di forza dell’opera: il cast.

“We all want to be the perfect family. But who’s perfect, right?”

Il vero cuore della pellicola risiede infatti nei suoi personaggi e nel messaggio che essi veicolano. Tutti e quattro i Mitchell vengono ben caratterizzati e hanno un ruolo fondamentale nell’opera: Rick, padre goffo e testardo; Linda, madre entusiasta e competitiva; Katie, aspirante regista particolarmente creativa; Aaron, bambino con una passione sfrenata per i dinosauri, e Monchi, un carlino strabico che può ricordare esteticamente un maiale (o del pane in cassetta).

Nonostante l’importanza di ognuno di questi personaggi, le vere colonne portanti possono essere identificate nel patriarca Rick e nella primogenita Katie, due poli opposti che sembrano incapaci di comprendersi. Katie è un’outsider, spesso incompresa e allontanata dai propri coetanei, che esprime il proprio estro creativo in bizzarri cortometraggi caricati su YouTube; Rick è invece un amante della natura fermamente ostile alla tecnologia ed estremamente pragmatico, elementi che lo pongono automaticamente in antitesi con la figlia.

Con questi due personaggi si passa dunque al secondo punto di forza dell’opera: il messaggio.

“Families can be hard but they’re so worth fighting for.”

Ogni tipo di confronto tra Rick e Katie si conclude in una lite, tuttavia non c’è colpa che possa essere addossata totalmente e unicamente su uno dei due. Entrambi hanno torti e ragioni: lo spettatore si potrà immedesimare maggiormente in uno dei due (probabilmente a seconda dell’età o del vissuto di ciascuno), ma l’opera rende evidente come non ci sia una colpa specifica in questo rapporto imperfetto. I Mitchell contro le macchine propone una rappresentazione molto accurata e verosimile della complessità dei rapporti familiari e, più nello specifico, di quelli tra genitori e figli. Sono molti gli ostacoli che rendono spesso difficilmente compatibili gli approcci tra un padre e una figlia: la differenza di genere, il gap generazionale, gli interessi differenti… Tutti questi elementi entrano in gioco per Rick e Katie, eppure entrambi fanno sforzi per venirsi incontro e entrambi inciampano più volte lungo il cammino rischiando di ferire involontariamente l’altro. La pellicola offre però ai due un’occasione per avvicinarsi, portata da una condizione ostile comune.

Viene da sé che la ribellione delle macchine non sia tanto il fulcro della narrazione, quanto piuttosto il pretesto per condurre i personaggi in un viaggio di scoperta di sé stessi e dei propri cari.

Cast e messaggio sono ovviamente il cuore della pellicola, ma non sono gli unici elementi importanti. Ovviamente anche l’occhio vuole la sua parte e va dunque approfondito un ulteriore aspetto: l’animazione.

“I’ve always felt a little different than everyone else. So I did what any outsider would do: made weird art.”

Dal punto di vista dell’animazione, I Mitchell contro le macchine è un prodotto estremamente creativo. Esso unisce la grafica 3D ad effetti bidimensionali e spezzoni live-action, vedendo il tutto condito da onomatopee e scelte grafiche prese in prestito dal mondo dei fumetti.

Questi vari elementi sono giustificati e spiegati implicitamente come estensioni della creatività di Katie. La ragazza è infatti in un certo senso la narratrice del racconto e in quanto tale influisce graficamente sulla scena, in maniera più o meno simile a quanto visto nella celebre serie Disney Lizzie McGuire, dove la vera natura della protagonista era rappresentata in maniera cartoonesca al fianco della controparte live-action.

L’opera fa però riferimento a un altro grande successo, stavolta proprio del cinema d’animazione e della medesima casa di produzione: Spider-Man – Un nuovo universo. Il film non solo si ispira enormemente dal punto di vista grafico alla pellicola dell’Arrampicamuri di casa Marvel, ma riutilizza anche molte delle sue stesse tecnologie, dando nuovamente l’idea di assistere a vere e proprie vignette in movimento.

Ultimo elemento cardine della pellicola è infine la comicità.

“Hi, would you like to talk to me about dinosaurs? No? Ok, thank you.”

I Mitchell contro le macchine riesce laddove molte altre pellicole d’animazione oggigiorno falliscono: il dosaggio della comicità. Sempre più spesso i film animati (e non solo) calcano troppo la mano sul lato comico bramando disperatamente le risate del pubblico e finendo, di conseguenza, per risultare macchiettistici e caricaturali piuttosto che divertenti.

I Mitchell contro le macchine invece si dimostra estremamente divertente e sopra le righe senza (quasi) mai risultare forzato. Il tono è ben chiaro fin dalla primissima scena e le battute riescono ad adattarsi tanto a un pubblico infantile quanto a uno più stagionato. Questo anche perché la pellicola è chiaramente rivolta a entrambi i target, con l’intento di far riflettere sia i giovani che gli adulti o, detto in modo più specifico, sia i figli che i genitori.

In conclusione, I Mitchell contro le macchine è un’opera estremamente godibile che dimostra quanto lavoro sia stato impiegato nella buona riuscita di tutti i propri aspetti. E’ possibile definirlo come un mosaico ben riuscito che unisce personaggi accattivanti, un’ambientazione semplice ma efficace, uno stile d’animazione dai sapori tradizionali ma estremamente avanguardista, una comicità ben calibrata e contestualizzata e una morale toccante e coinvolgente per quasi tutte le fasce d’età.

FONTI:
Wikipedia III
IMMAGINI:
The Mitchells vs. the Machines, ©2021 Mike Rianda/Jeff Rowe/Sony Pictures Animation/Columbia Pictures/Pal Labs Production
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Sull’autore
Nato a Roma, è appassionato di cinema, letteratura, disegno e animazione. Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Linguistico A. Vallisneri di Lucca, prosegue il percorso di studio nello stesso settore aprendosi alle Lingue Orientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia. I veri interessi di Andrea si riconfermano però cinema e scrittura e iscrivendosi al corso di Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione di Pisa, riesce a unire queste due passioni. A partire dal 2019 inizia a mettere in pratica quanto appreso scrivendo recensioni di cinema e televisione per il sito Recenserie.
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