La casa tra le onde // Accettare i cambiamenti

da | Dic 1, 2022 | Film

Dopo la brillante opera prima, Penguin Highway, Hiroyasu Ishida torna alla regia del lungometraggio La casa tra le onde: un racconto su un viaggio fantastico forzatamente intrapreso da un gruppo di bambini. Visivamente ineccepibile ma con soggetto interessante che purtroppo perde la propria forza col passare dei minuti.   

La trama in breve è presto detta: Kosuke e Natsume sono due giovani ragazzini che, un tempo migliori amici, si sono separati per cause all’inizio incomprensibili. I due torneranno a parlarsi e riallacciare i rapporti quando, a seguito di un improvviso cataclisma, si troveranno, con altri loro amici e compagni di classe, in mezzo al mare a bordo della palazzina in cui un tempo i due risiedevano e che ora è prossima alla demolizione. Kosuke, Natsume e gli altri, riusciranno a trovare il modo di tornare a casa? Kosuke e Natsume riusciranno a recuperare un rapporto che sembra irrimediabilmente perduto?

Crescere può essere molto difficile, soprattutto se hai l’età dei nostri protagonisti e anche il mondo che hai intorno sta cambiando radicalmente. I nostri “eroi” si troveranno così a fare i conti con loro stessi e con chi sta loro accanto in un viaggio fisico che li porterà ad accettare cambiamenti presenti e, in alcuni casi, far pace con il proprio passato. Peccato che questa nostra storia non riesca a raccontarlo efficacemente.

Cominciamo infatti questa piccola recensione dalle cose che non hanno funzionato. La casa tra le onde è un film dal ritmo mal gestito: l’inizio della storia è piuttosto caotico, si è sommersi da tante piccole informazioni che finiscono per dare all’azione un ritmo stranamente concitato per il tipo di storia che sembra attendere il pubblico. Ritmo che subisce poi un rallentamento abbastanza brusco a narrazione ormai avviata a causa del principale luogo in cui si svolge la vicenda: un “normalissimo” palazzo che naviga in mezzo al mare. La decelerazione è comunque troppo repentina e va a fissarsi ad una pericolosa velocità di crociera, con molti momenti anodini che annientano il ritmo della storia in maniera tutt’altro che impercettibile e che si trascina per buona parte del minutaggio rimanente, inferendo un grave colpo all’attenzione del pubblico. Attenzione che si riprende solo in pochi momenti, grazie a colpi di scena che sono anche ben preparati e, almeno in un caso, piuttosto traumatici. Terminati questi, l’azione torna ad appiattirsi in un nugolo di piccoli dialoghi – pochi quelli davvero interessanti – che oltre a rallentare ed appesantire nuovamente la storia, incrementano una certa idiosincrasia per i protagonisti; cosa abbastanza assurda se ci si pensa bene.

Il secondo film di Ishida, se soffre di una opinabile scorretta gestione delle tempistiche (due ore per ciò che viene raccontato sono davvero troppe), gode di un ottimo impatto visivo: le animazioni sono molto belle e la regia del giapponese di Mihama, riesce ad esaltarle in alcuni momenti in cui questa storia lo permette. Particolari ringraziamenti sono dovuti alla fotografia di Key Machida che ha svolto globalmente un buon lavoro, sopperendo alla povertà di questo racconto e a Umitaro Abe – alla seconda collaborazione con Ishida e c’è da sperare che il sodalizio continui – che con la sua colonna sonora accompagna il lento scorrere del film.

La casa tra le onde è, in conclusione, un film carino: senza pecche tali da definirlo un brutto film ma che finisce per perdere molta della sua attrattiva a causa di una trama che appare striminzita rispetto alla lunghezza dell’opera. Un ultimo consiglio in caso non aveste visto ancora il film: se non siete ferratissimi sul sistema scolastico giapponese, certi dialoghi dei giovani protagonisti (che ricordiamo essere sul finire della quinta elementare) potrebbero apparire un po’ troppo maturi: Wikipedia può essere un valido e sintetico aiuto per colmare questa innocua lacuna.

FONTI:
L’occhio del cineasta
IMDb
Wikipedia

IMMAGINE:
Ame o Tsugeru Hyouryuu Danchi, ©2022/Hiroyasu Ishida/Studio Colorido/Twin Engine
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Sull’autore
La passione per il cinema e il teatro, lo porta ad iscriversi al DAMS di Bologna e a laurearsi in Scienze dello Spettacolo e Produzione multimediale, con una tesi sull’animazione “ambientalista”, a Padova in magistrale. Visto l’amore per i cartoni animati e non essendo dotato di chissà quali attitudini per realizzare animazioni, da qualche anno preferisce parlarne, scrivendo a ruota libera sul suo sito personale: Cartoons’ Café firmandosi Barista Animato. Da un po’ di tempo, scrive anche per altri siti perché, con incredibile supponenza, spera di poter far capire la bellezza del mondo animato divulgando storia, opere e persone che fanno grande questo vasto e spesso sottovalutato mondo.
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